Caro papà

“Davi per scontato che l’essenziale è invisibile agli occhi se non dello spirito.”

“Il tuo lascito è di quelli che durano alla prova del tempo.”

Volevi tornare alla casa del Padre, Lassù a incontrare la tua cara Mamma. Avevi fatto tutto ciò che dovevi. Una consapevolezza che ci ha sempre stupito, ma anche un indizio che l’insegnamento più grande che potevi darci era che bisogna cercare le cose di Lassù, e in questa ricerca con il tuo eclettismo non ti sei mai fermato. Davi per scontato che l’essenziale è invisibile agli occhi se non dello spirito.

Avevi un’intelligenza e una sensibilità fuori dal comune, e come tale subivi spesso il giudizio e l’incomprensione riservate a chi ha questi doni. E chi ha prima giudicato ha perso l’occasione di apprezzare una testimonianza tangibile della bontà di Dio.

Eri fatto per dare, dare con gioia e non per ricevere qualcosa in cambio. Non lo facevi perché lo avessi letto o sentito da qualche parte. No. Tu lo facevi perché era insito nella tua natura, e come ci ricorda il Serafico Padre “è proprio donando che si riceve” e alla tua generosità non c’erano limiti. Donavi a tutti quelli che incontravi, da un sorriso a una battuta, da un consiglio a un conforto. Chi ti ha conosciuto può darne testimonianza.

Il lavoro e l’ufficio in particolare, erano per te una ragione di vita dove potevi donarti in tutto e chi lavorava al tuo fianco lo percepiva, come si accorgeva che il suo salario diventava la tua priorità a costo di qualunque sacrificio.

Non eri geloso del tuo sapere, ma trovavi piacere a condividerlo con chi voleva crescere. Certo bisognava vincere lo scoglio della tua voce imperiosa e autorevole, ma una volta superato tutte le persone che sono venute da te in ufficio per fare pratica e imparare la tua arte, hanno ricevuto tanto in termini di umanità e preparazione, senza dover dare in cambio alcunché.

Gratuità. “Gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date.” E tu lo facevi tenendo le pratiche di chi si dichiarava nel bisogno, ma anche dispensando consigli e suggerimenti, conforto e comprensione. Tu volevi vedere la gioia. La sofferenza negli altri era il tuo più grande dolore. Perché chi va alla scuola del dolore sin da piccolo, impara presto il suo alfabeto e il linguaggio della compassione.

E se c’è stato chi con malizia ha approfittato della tua generosità, tu in questo hai dato nei fatti la più grande testimonianza evangelica, perché col tuo agire e l’ostinazione al bene che ti caratterizzava, continuavi a dare e dispensare gratuitamente ciò che ti veniva chiesto. “Perché a chi voleva prenderti la tunica, tu davi anche il mantello e a chi ti chiedeva di fare un miglio con lui, tu ne facevi due.” Eri fatto così.

Davi fino a che nel cesto i pani erano finiti. E quando il Padre Celeste te lo riempiva, tu riprendevi a donare e lo facevi in silenzio tanto che rimaneva nascosto ai più e persino a chi era stato beneficato. Ti rammaricavi e soffrivi quando non potevi dare.

Dare, dare e dare sempre tanto che quando sei passato per un letto di ospedale, le tue mani, apparentemente vuote, erano in realtà piene di benedizioni per chi ti stava accanto.

Se avessi seguito le logiche di questo mondo ti saresti potuto arricchire, ma tu rifuggivi la ricchezza.

La ricerca del lusso e dello sfarzo non ti apparteneva, ma anzi ti trovavi a tuo agio ricercando la semplicità delle cose e delle persone, e i frati in questo erano gli amici per affinità elettiva e per vicinanza. Sapevi che ti comprendevano e che ti volevano bene. Erano certamente tra quelli che ti seguivano, nel trasformare l’Infinito dispiegarsi dell’Amore che a te era presente, in parole che fossero comprensibili a chi ti stava accanto. L’umiltà del cuore era per te un sollievo, e le figure che più lo manifestavano, come Mamma Natuzza erano per te fonte di ispirazione, conforto e gioia.

Non eri un musone o un saggio solitario, ma eri solare e desideravi la compagnia di persone che ti facevano stare a tuo agio. L’amicizia era per te un dono sacro. Chi viene da lontano questo lo sa. La Trinacria era per te terra di ristoro e di conforto.

Alla famiglia hai dato ciò che ritenevi importante, ma più di tutto hai dato l’esempio coerente e la libertà di scegliere senza condizionamenti. Il tuo lascito è di quelli che durano alla prova del tempo.

Oggi è la Festa della Mamma, quella mamma che tu hai visto andare via nel dolore quando eri giovane e che ti mancava tanto. Sono sicuro che lei insieme alla Mamma Celeste sono venute a prenderti… ti lasciamo andare e in cuor nostro ti immaginiamo sorridente e felice in loro compagnia chiedendoti perdono per tutte le nostre mancanze.

14 Maggio 2023, Festa della Mamma

Convento di Sant’Antonio dei Frati Minori – Catanzaro

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